Carpfishing – Terminale

Funzionamento di un terminale da carpfishing

Un terminale da carpfishing funziona bene se si rispettano i seguenti requisiti:

  1. L’esca e l’amo devono essere aspirati senza resistenza.
  2. L’amo deve impuntarsi immediatamente e rimanerci fino alla ferrata, che provocherà la completa penetrazione dell’amo.

Per rispettare i precedenti punti elenco delle considerazioni:

Una delle cause che impediscono alla carpa di aspirare in modo naturale l’esca potrebbe essere la completa distensione del terminale sul fondale. Se la carpa aspira l’esca arrivando dal lato opposto del piombo, l’esca sarà trattenuta dal piombo insospettendo la carpa. 

Dopo il lancio solitamente cerco di tendere il filo senza spostare il piombo in modo da lasciare l’esca vicino al piombo, ovviamente “cerco” di non spostare il piombo …

Consiglio l’uso di terminali di materiale morbido (trecciati semplici), di solito lego lo stick mix al piombo e l’amo lo innesco sul fondo dello stesso stick.

Consideriamo che più lungo è il terminale più libertà darò all’esca, senza esagerare, è da fare molta attenzione anche alle dimensioni dell’esca rispetto all’amo in modo tale da favorire l’impiglio sul labbro, per spiegarmi meglio è da evitare esca grossa e amo piccolo e viceversa.

Tenere il terminale lungo favorisce il movimento dell’esca, ma ritarda l’impiglio della punta dell’amo nel labbro della carpa, che sputerà l’esca e l’amo. Tutto questo sfavorisce perché l’amo si mette in posizione corretta, cioè verticale con la punta verso il basso, dal momento che il terminale si tende grazie al piombo.

Per cui la lunghezza del terminale deve essere un giusto compromesso per dare movimento all’esca ma deve allo stesso tempo tendersi il prima possibile, ecco perché prediligo che la lunghezza del terminale sia due volte lo stick mix.

Come regole uso anche queste:

  • se vedo abboccate a vuoto allungo il terminale;
  • se vedo che l’innesco è dentro la bocca accorcio il terminale.

Altri fattori da tenere in considerazione

  • Peso del piombo: più il piombo è leggero minore è la forza che viene esercitata per far penetrare l’amo nel labbro.
  • Dimensione dell’esca: quando la carpa sente il puntamento dell’amo e cerca di espellere questo oggetto più l’esca è grande più e facile che esca anche con l’amo puntato.
  • Sistema “antiscardinamento”: la carpa dopo aver sentito il pungiglione dell’amo con dei “soffi” e con il movimento della testa cerca di sputare fuori tutto, se in quel momento l’esca non fa spazio all’amo c’è il rischio di slamatura, ecco che utilizzare un sistema come il “Blow out” ha i suoi vantaggi.

Un modo per provare i propri ring è sostenere l’amo innescato sul palmo della mano in posizione orizzontale e con l’altra tirare il filo verso il basso, deve innestarsi sulla mano il più velocemente possibile. Bisogna anche provare a muovere la mano con l’innesco oppure la mano che tira il filo, simulando il movimento della carpa, il risultato non deve cambiare.

Quale dei terminali si impunterà più facilmente?

A questo punto vediamo alcuni terminali:

Knotless Knot Rig

E’ il più semplice ed è adatto a chi comincia e richiede pochissimo tempo alla realizzazione, non ha un sistema “antiscardinamento” ma comunque essendo l’esca molto vicina alla fine del gambo trova una buona applicazione in tutte le situazioni.

Chi di noi ha iniziato con questo!

knotless-knots-ring

 

Line Aligner Rig

Un rig uguale come costruzione al Knotless Kont Rig ma con l’aggiunta di una guaina termo restringente che funge da prolunga del gambo dell’amo.

Ha una ottima capacità di impuntamento sul labbro della carpa anche con gli ami a gambo corto sfruttando la loro capacità di mantenere la tenuta durante il combattimento, infatti la guaina si piega come se non ci fosse.

 

 

D-Rig

 

Alcuni lo considerano  un buon terminale, ma a mio parere non lo è essendo costituito da parti rigide, solitamente viene realizzato in fluorocarbon, materiali che ritengo non essere adatti ad essere annodati, specialmente su un amo dotato di occhiello che spesso è anche piegato verso l’interno.

Un grosso pregio è  l’efficiente sistema “antiscardinamento” che permette all’esca di spostarsi lasciando libero l’amo di impuntarsi sul labbro, però presenta una notevole difficoltà di “pungere” come lo evidenzia la prova del palmo della mano.

Personalmente l’ho provato con scarsi risultati e notevoli slamature e false partenze.

Blow Out Rig

E’ un terminale con una costruzione più complessa di un “Knotless Knot Rig”, ma ha un eccellente sistema “antiscardinamento” in quanto il tubetto di silicone può spostarsi fino all’occhiello  garantendo un ottimo puntamento anche per carpe sospettose.

L’amo ideale, per la costruzione di questo terminale, deve avere il gambo medio/lungo, così da avere più spazio di scorrimento per il tubetto di silicone e dotato di occhiello girato verso l’interno per migliorare il puntamento.

Il grosso difetto di questo rig è dovuto alla facile rottura del gommino di silicone.

Il terminale che preferisco

Come si può vedere è un terminale molto simile al Blow Out Ring dove al posto del tubetto di silicone utilizzo un anellino.

Per il pezzo di trecciato tra il nodo e l’anellino prediligo un trecciato rivestito altrimenti l’anellino scorre sul gambo dell’amo troppo facilmente.

Questo rig ha un ottimo sistema “antiscardinamento” in quanto l’anellino scorre velocemente verso il nodo, lasciando tutto l’amo libero per l’impuntamento.